mercoledì 15 gennaio 2014

Risultati laboratorio sugli stereotipi di genere, realizzato in data 17 aprile 2013 con le classi 1UA e 1UB Liceo delle Scienze Umane

In occasione della visita di studio al Museo delle Donne – Frauen Museum, realizzata dalle classi 1UA e 1UB del Liceo delle Scienze Umane A. Rosmini di Trento, dopo aver proposto ai ragazzi la visita guidata del Museo che ha fornito loro spunti di riflessione sull’ideale di bellezza femminile, è stato realizzato con loro un laboratorio sugli stereotipi di genere. Dopo aver mostrato ai ragazzi alcuni video che raccoglievano fotografie pubblicitarie che rappresentano il corpo femminile utilizzato spesso per commercializzare prodotti di basso costo, dando un’immagine femminile esclusivamente di grande disponibilità nei confronti dell’universo maschile e quindi differente dal ruolo sociale che le donne ricoprono oggi nella società, si è cercato di percorrere con loro un percorso che non colpevolizzasse i ragazzi, ma li rendesse consapevoli della necessità di una migliore cultura di genere. Queste alcune delle fotografie mostrate. L’educazione di genere parte dalla scuola dell’infanzia dove sui libri dedicati ai bambini si presentano figure stereotipate. Mamme con grembiule e zuppiera e papà che leggono il giornale in poltrona  




















I ragazzi vengono sottoposti ad immagini pubblicitarie, che rappresentano la donna in atteggiamento di grande disponibilità sessuale, atteggiamento che non corrisponde all’atteggiamento complessivo delle ragazze loro coetanee. Si è posto l’esempio delle 13.000 donne medico che ogni anno si laureano in Italia e dei 6.000 uomini.














A seguito della visione del filmato e degli input dati sull’occupazione femminile, sul gender-gap retributivo e sul numero di donne che lascia il lavoro in Alto Adige a causa della nascita di un bambino o della necessità di accudimento di un anziano non più autosufficiente, abbiamo collegato il ruolo sociale della donna, con l’ideale di bellezza e proposto ai ragazzi un’ autovalutazione. L’autovalutazione si basa sulla modalità esplorata dalla griglia di Kelly. Il modulo valutativo prevede una serie di colonne in cui in alto sono indicate delle qualità, e una serie di righe in cui sono indicati i nomi dei ragazzi facenti parte dello stesso gruppo classe. 




Ogni ragazza/ragazzo doveva, tramite l’apposizione di una X nell’intersezione tra un nome e una qualità, valutare le qualità di sé stessa/o e dei compagni. Ad ogni compagna/o di classe potevano essere attribuite più qualità. Lo scopo dell’autovalutazione era indagare e renderli consapevoli che la bellezza e l’aspetto fisico non sono le uniche qualità determinanti in una persona e che sono molto soggettive. Il questionario è stato elaborato e sono state tabulate tutte le valutazioni date a ciascun partecipante. 
Durante la tabulazione si sono osservate alcune particolarità nell’assegnazione delle qualità:
a) alcuni ragazzi hanno attribuito solo una qualità per ogni nominativo
b) alcuni hanno attribuito tutte le qualità a tutti
c) alcuni hanno assegnato la qualità “simpatico” a tutti
d) alcuni hanno assegnato la qualità “intelligente” a tutti
e) alcuni hanno assegnato la qualità “studioso” a tutti
f) nella maggior parte delle schede un nominativo riportava l’assegnazione di tutte le qualità

Il risultato è interessante per quanto riguarda le qualità attribuite con più frequenza ai propri coetanei.




















E’ importante evidenziare come la qualità “bello/a” sia all’ottavo posto negli utilizzi, mentre spiccano per ripetizione la qualità “simpatico, socievole, generoso e intelligente”. 


Ideazione questionario, elaborazione, tabulazione e relazione realizzata a cura di Progetto Lingue S.a.s. – Bolzano.

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