giovedì 29 gennaio 2015

50/50 SE NON E' PARITARIA NON E' DEMOCRAZIA #iocisono

Donne e uomini che affronteranno le prossime elezioni politiche “quasi alla pari”, grazie al passaggio al Senato dell’Italicum che segna un salto in avanti per la democrazia paritaria.

Il balzo in avanti nella democrazia paritaria italiana si deve principalmente alla tenacia delle parlamentari che hanno fatto rete trasversalmente e a tutti i parlamentari che hanno fatto la differenza, mostrando al nostro Paese che il punto di vista delle donne in politica non è solo un fatto di poltrone, ma di ricchezza data dalla diversità.

Da sempre sosteniamo che donne e uomini devono insieme fare dell’Italia un paese per donne e questa volta l’esempio, che arriva dalla politica, è un modello positivo.

Ringraziamo in particolar modo il Senatore Francesco Palermo, che con la consueta competenza e capacità di sintesi ci ha fatto un quadro chiaro di quali saranno i principali cambiamenti che riguarderanno la rappresentanza politica della società italiana, con l’approvazione dell’Italicum.

a)      in ciascuna lista i candidati sono presentati in ordine alternato per sesso; i capolista dello stesso sesso non eccedono il 60 per cento del totale in ogni circoscrizione (art. 1 c. 1 lett b)
b)      l’elettore può esprimere fino a due preferenze, per candidati di sesso diverso tra quelli che non sono capolista (art. 1 lett 1 c.)
c)       ogni elettore dispone di un voto per la scelta della lista (…). Può esprimere uno o due voti di preferenza (…). In caso di espressione della seconda preferenza, a pena di nullità della medesima preferenza, l’elettore deve scegliere un candidato di sesso diverso rispetto al primo (art. 2 c. 4)
d)      La lista è formata da un numero di candidati pari almeno alla metà del numero dei seggi assegnati al collegio plurinominale e non superiore al numero dei seggi assegnati al collegio plurinominale. A pena di inammissibilità, nel complesso delle candidature circoscrizionali di ciascuna lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50 per cento, con arrotondamento all’unità superiore, e nella successione interna delle liste nei collegi plurinominali i candidati sono collocati in lista secondo un ordine alternato di genere. A pena di inammissibilità della lista, nel numero complessivo dei candidati capolista nei collegi di ciascuna circoscrizione non possono esservi più del 60 per cento di candidati dello stesso sesso, con arrotondamento all’unità più prossima (art. 2 c. 10 lett. c)
e)      alla lista è allegato un elenco di quattro candidati supplenti, due di sesso maschile e due di sesso femminile (art. 2 c. 10 lett. d)

Ora manca un ultimo passaggio alla Camera dove si spera il testo rimanga intatto, così com’è stato concepito, anche perché pur con il dovuto ottimismo, si può ancora rilevare che nel testo attuale i termini genere e sesso sono usati come sinonimi (con preferenza per sesso, usando genere solo per questioni estetiche evitando troppe ripetizioni). O che è stata abolita la disposizione ancora formalmente in vigore che consentiva di prevedere ingressi separati per le donne nei seggi elettorali.


Sì, fare dell’Italia un paese per donne non è cosa facile, ma è possibile.
Sì, fare dell’Italia un paese per donne non è cosa facile, ma è possibile.

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