mercoledì 13 novembre 2013

Perché poche donne alla Silicon Valley? Parlano le manager

Un nuovo maschilismo disincentiva studentesse e professioniste:
la denuncia in una inchiesta
della Bbc
Da Google a Facebook, scendendo giù per le università e le abitudini familiari, i maschi sembrano prevalere sulle femmine quando di tratta di informatica. L’argomento è tornato alla ribalta con il successo di Twitter in Borsa, e il deserto di donne nel suo consiglio di amministrazione. La Bbc ha chiesto a un gruppo di manager del gentil sesso di dare la loro spiegazione su questa eccezione, che sembra affondi le sue radici fin dai primi comportamenti familiari. Negli Stati Uniti, le studentesse laureate in informatica sono un quinto rispetto agli studenti maschi. Una sproporzione che produrrebbe un clima dissuasivo per le poche donne che affrontano questo tipo di studi. Anche nelle aziende si incontra una situazione simile: già in inferiorità numerica, sono moltissime le donne che escono dall’industria it, schiacciate dal peso di dovere perennemente dimostrare quanto valgono e poco aiutate anche dagli orari di lavoro mal conciliabili con la famiglia. Susan Wojcicki, responsabile della pubblicità su Google, ha osservato il fenomeno tra le mura di casa, ben prima che in ufficio: “Mi sono resa conto che mio figlio aveva praticamente monopolizzato il computer a casa” ha dichiarato al sito britannico di informazione. E così la “figlia aveva rinunciato, gli aveva concesso tutto il tempo, e non pensava che i computer fossero interessanti”. La soluzione al conflitto familiare? La ragazza inviata a un campo estivo di orientamento alla tecnologia. Eppure, per la manager di Google, la presenza di donne nella tecnologia è necessaria semplicemente per costruire prodotti migliori. In effetti, grande parte dell’utenza di programmi e dispositivi è femminile , sarebbe dunque logico aspettarsi un contributo sostanziale del gentil sesso nella ideazione e creazione di questi prodotti. Il crescente dominio della tecnologia significa che nel prossimo futuro molti aspetti della vita conterranno un elemento tecnologico: “Se si vuole cambiare il futuro, - quindi - si vuole essere parte del mondo informatico”, sostiene Telle Whitney, attivista dell’Anita Borg Institute, che promuove la diversità di genere nella Silicon Valley. La blogger e manager della Basho Technologies, Shanley Kane, è piuttosto radicale nel denunciare alcuni comportamenti maschili che rendono difficile per le donne riuscire a dire la loro nel mondo dell’it, convincendole, semplicemente, a non farlo. A questo nuovo maschilismo la Kane ha dato il nome di cultura ”brogrammer”, fenomeno cresciuto nel corso degli ultimi cinque anni, che identifica un tipo di giovane maschio, programmatore, abituato a esibire un comportamento forte e sfacciato. Addio nerd timidi e introversi dunque, si fa avanti una generazione di geek (termine gergale che in passato delineava un soggetto abile nella tecnologia quanto imbranato nella vita pratica) in cerca di una nuova personalità iper-maschile: “Osserviamo uno stereotipo estremamente aggressivo e iper-sessuale del geek che sta cominciando a prendere piede” denuncia la Kane. Per le donne, insomma, si tratta di affrontare un ambiente piuttosto ostile su cui, per di più, sembra stendersi una coltre di silenzio. Poche denunce, poco dibattito, poche reazioni. E le donne che ne parlano, come le intervistate, devono mettere nel conto il peso di dure critiche. La discussione, però, sembra almeno iniziata. Forse gli uomini considerano il settore della tecnologia l’ultimo feudo in cui esercitare una vecchia e austera potestà. Forse le donne, intimidite da classi universitarie in cui su cinquanta studenti si trovano non più di quattro o cinque ragazze, oppure tradizionalmente più inclini a cercare di capire le persone piuttosto che il funzionamento delle cose, forse le donne rischiano una nuova emarginazione dal processo industriale (e non solo) che più condiziona e condizionerà la nostra vita. O forse è solo questione di tempo: i geek iper-sessuali se ne faranno una ragione e la tecnologia in rosa sarà così ovvia da non fare notizia né suscitare dibattiti.

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