sabato 6 dicembre 2014

Zippora, chi?

Pubblicchiamo il contributo di Nadia Mazzardis, presidente di Se non ora, quando? Es ist Zeit! - Alto-Adige/Südtirol , su SALTO.BZ, dopo la vicenda della bocciatura  nella nuova legge sugli enti locali varata dal Consiglio Regionale del Trentino Alto Adige, avvenuta ieri sera.


Zippora, chi?


Si chiama Democrazia Partitaria. Ce la chiedono la Costituzione, una legge nazionale e l'Europa. Ma a Bolzano e Trento noi siamo speciali anche nelle brutte figure.
Von  Nadia Mazzardis   6.12.2014

Prendiamola spaziosa...


Noè riceve da Dio l'incarico di mettere in salvo le specie animali prima del Diluvio universale. Noè costruisce l'arca. Noè ha tre figli Sem, Cam e Iafet. E se li porta sull'arca per rimpopolare il mondo, al termine del diluvio. Anche a chi non è un cultore della Bibbia o non ha consumato i banchi delle chiese, questi nomi tornano alla mente, magari da un retaggio di catechismo infantile.

Qualcuno ricorda il nome della donna che diede i tre figlioli a Noè? Non sentitevi inadeguati, nemmeno su Wikipedia  la citano. E delle mogli di Sem, Cam e Iafet? Nessuna traccia, assolutamente prive di visibilità, nome e identità.

Passiamo a Mosè, per dirne un altro che ci ricordiamo abbastanza. Se lo contendono un po' tutti, ebraici, cristiani, musulmani. Deve essere stato uno tosto. Bene. Vi dice qualcosa Zippora? Il libro dei Numeri la cita IPOTIZZANDO che fosse sua moglie. Appunto si ipotizza.

Uno così importante, venne salvato dalla "figlia del Faraone". Qualcuno ne ricorda il nome? Della figlia, dico? Anche qui inutile spendere ore, nessuna traccia online.

Passiamo al passato più prossimo, si celebra il centenario della prima guerra mondiale (non riesco a scriverlo maiuscolo). Ricordate monumenti ai caduti? E come no?! E ai militi ignoti? 'A voglia!

Ricordate anche monumenti alle ignote contadine, massaie, operaie, ossia a tutte quelle donne che hanno difeso, gestito, curato il territorio mentre i militi erano al fronte? No, vero? Cancellate dalla storia. Invisibili.

E avanziamo ancora un po'. Passiamo alle piazze e alle vie. Chi mi sa dire in meno di 30 secondi, 10 nomi di vie di Bolzano dedicate a donne? Non ci si arriva eh?

Ancora più vicini a noi. Nel 2012 venne indetto un concorso per l'abilitazione a ruolo nell'insegnamento e dei 35 autori citati, come maggiormente rappresentativi della letteratura italiana, sui cui testi i futuri formatori delle testoline dei nostri figli e delle nostre figlie, ci si dovevano formare...bene 1 sola era donna. 34 uomini.

L'altro ieri. I porta bandiera dei valori occidentali, quelli de "aiutiamoli a casa loro", come il leghista modello esclusivo altoatesino Armanini, che tutti ci invidiano, augura ad una giornalista Silvia Fabbi, 100 stupri con dotazione di burqa, visto che ha avuto l'ardire di fare un'intervista ad un ragazzo musulmano, sulla quale lui non era d'accordo.

Ieri. Brigitte Foppa presenta un emendamento in Consiglio Regionale durante la discussione della nuova legge elettorale. Emendamento che prevede la doppia preferenza di genere. Ossia prevede che se chi va a votare esprime  più di 1 preferenza, la seconda deve essere  di genere diverso. E' una legge nazionale la 215 del 2012 (sono passati già 2 anni e il corso della sua approvazione regionale, è stato travagliato anche nella precedente legislatura, e infatti siamo ancora qui), che riprende l'art. 51 della Costituzione e i moniti che l'Europa rivolge all'Italia, perchè faccia in fretta a ridurre il gap numerico di rappresentanza politica.

Il World Economic Fourm a fine ottobre ha rilasciato uno studio, che farebbe arrossire qualsiasi uomo italiano dotato di un po' di senso della vergogna. L'Italia è retrocessa al 71° posto per quanto riguarda la parità di genere. Sta dietro al Bangladesh?!!??? E  si prevede che la vera parità l'avremo nientepopodimenoche nel 2095! Alè!

Ieri il mio telefono ha iniziato a bollire, alla notizia che l'emendamento presentato da Brigitte Foppa era stato respinto, grazie al voto contrario delle destre e dell'SVP all'astensione PD e delle donne SVP tranne Veronika Stirner Brandtsch, che lo ha votato, insieme ai Verdi.

Le donne sono esterrefatte. E' desolante, umiliante, sconfortante, imbarazzante leggere queste notizie nel 2014.

10 giorni fa alla corsa contro la violenza sulle donne, tutti trasversalmente uniti a farsi la fotina, e a salire sul palco per dire che così non va.

Poi però quando si tratta di parità di genere nelle istituzioni, di punto di vista di genere dove si governa, sale la girandola dei luoghi comuni.

Riserva indiana! Non basta che siano donne devono essere anche competenti! Dove va la libertà dell'elettore? Per votare questo magari ci tolgono qualche consigliere comunale a Merano o a Bolzano! Basterebbe che le donne votassero le donne!

Pro-memoria cari maschi alpha che sedete in quel Consiglio Regionale:

1. Di qualche consigliere in meno a Merano o Bolzano, se tanto quando ci dovete rappresentare non ci rappresentate a tutto tondo, ne facciamo volentieri a meno.

2. Leggi come quella sui vitalizi, che avete votato nella scorsa legislatura, e che oggi qualcuno ha con maggiore o minore mitezza contestato, l'avete votata e vi siete scusati soltanto dopo, dicendo che non avevate capito bene i dati. Quindi anche se siete in maggioranza maschi, non è detto che siate del tutto e su tutto competenti.

3. La libertà dell'elettore e dell'elettrice è finita in fondo al tunnel, da quando i partiti anzichè rinnovarsi presentano regolarmente sempre le stesse facce, non favoriscono il ricambio generazionale (per non parlare di quello di genere) e sono percepiti dai cittadini e dalle cittadine, come rappresentanti di sè stessi, più che della società.

4. Non ci interessa un mondo diviso in donne che votino donne e uomini che votino uomini. Le donne potete votarle anche voi, ma prima di votarle bisogna candidarle e in posti possibilmente appetibili in lista, mostrare le loro competenze, insomma fare spazio. Se abbiamo una direttrice del Cern donna, e un'astronauta donna, forse possiamo avere anche qualche consigliera comunale donna in più.

5. Non si chiamano quote rosa, semmai si chiamano quote di genere e tutto questo ha un nome: DEMOCRAZIA PARITARIA.

Detto questo il dubbio ci assale e si fa sempre più forte: non è che  siete semplicemente ancora e sempre troppo maschilisti?  Certo c'è la scusante che veniamo da questa cultura, Noè e Mosè e tutta la letteratura dell'invisibilità sociale delle donne.

Ma ora siete grandicelli, vivete nel XXI secolo e come si suole dire, non c'è mai una seconda occasione per fare una buona prima impressione.

Fate in modo, visto che la prima impressione di questa nuova era post-Durnwalder, non è delle migliori, di darci prove concrete che ce la potete fare.

Gennaio è vicino. Le donne sono vigili e votano, e come ho spesso modo di ripetere, non votano più ciò che gli dice il padre o il marito. Per fortuna! 

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