mercoledì 31 luglio 2013

L'immobilità della politica

L'immobilità della politica di BARBARA SPINELLI L'ha detto pure papa Francesco, il 25 luglio nella cattedrale di San Sebastiàn a Rio de Janeiro: meglio fare casino, hacer lio, che chiudersi dentro i recinti delle proprie parrocchie e immaginarsi potenti, anche se dentro già si è morti. Meglio "uscire fuori, per strada", e disturbare, e farsi valere, piuttosto che installarsi "nella comodità, nel clericalismo, nella mondanità, in tutto quello che è l'essere chiusi in noi stessi". Ecco cos'è non la politica liquida che si sperde e che tanti decantano, ma la resilienza di una materia dura che resiste, e sotto gli urti rimbalza. "Le parrocchie, le scuole, le istituzioni sono fatte per uscire fuori (...). Se non lo fanno diventano una Ong e la Chiesa non può essere una Ong". Se il signor Sposetti sapesse quel che dice, sul partito democratico di cui è tesoriere dal 2001, non sosterrebbe senza arrossire: "Sarà la fine di tutto, se i giudici condannano ...

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