giovedì 25 settembre 2014

Emma Watson, discorso alle Nazioni Unite #HeForShe (sub Ita)



Oggi siamo qui per lanciare una campagna chiamata HeForShe.
Mi rivolgo a voi perché ho bisogno del vostro aiuto. Vogliamo porre fine alla disuguaglianza di genere - e per farlo dobbiamo impegnarci tutti. Questa campagna è la prima del suo genere all'ONU: vogliamo spingere il maggior numero di uomini e ragazzi possibile a diventare ambasciatori dell'uguaglianza di genere. E non vogliamo soltanto parlarne, ma essere concreti.
Sono stata nominata ambasciatrice sei mesi fa, e più ho parlato di femminismo più mi sono resa conto che la battaglia per i diritti delle donne è diventata troppo spesso sinonimo di odio nei confronti degli uomini. E se c'è una cosa di cui sono sicura, è che questo fenomeno deve interrompersi. Tanto per essere chiari, questa è la definizione di femminismo: "La convinzione che gli uomini e le donne debbano avere uguali diritti e opportunità. È la teoria dell'uguaglianza politica, economica e sociale dei sessi".
Ho iniziato a interrogarmi sui pregiudizi di genere quando avevo otto anni, e mi confondeva il fatto di essere chiamata "bossy" perché volevo dirigere le recite scolastiche, mentre i ragazzi non erano etichettati così. Quando poi a 14 anni ho cominciato ad essere sessualizzata dalla stampa. Quando a 15 anni le mia amiche hanno iniziato a lasciare le loro squadre sportive per paura di sembrare troppo "mascoline". Quando a 18 anni i miei amici maschi non erano capaci di esprimere i loro sentimenti.
Ho deciso che sarei stata una femminista, una scelta che mi sembrava elementare. Ma poi le mie ricerche mi hanno dimostrato che quello del femminismo è diventato un mondo assai poco popolare. Apparentemente, appartengo al gruppo di quelle donne il cui modo di esprimersi è giudicato troppo forte, troppo aggressivo, troppo mirato all'esclusione, poco attraente e sessista contro gli uomini.
Perché poi la parola stessa suona così sgradevole?
Vengo dall'Inghilterra e penso che come donna sia giusto che io venga pagata quanto i miei colleghi uomini. Penso che sia giusto che io possa decidere del mio corpo. Penso che sia giusto che le donne vengano coinvolte nelle decisioni politiche del mio paese. Penso che sia socialmente giusto che io possa ricevere lo stesso rispetto degli uomini. Ma purtroppo posso dire che in nessun paese al mondo tutte le donne possono aspettarsi di ricevere questi diritti. Nessun paese al mondo può ancora dire di avere raggiunto la perfetta uguaglianza di genere.
Io li considero come diritti umani, ma sono tra le poche fortunate. La mia vita è stata privilegiata, perché i miei genitori non mi hanno amato meno perché sono nata donna. La mia scuola non mi ha limitata perché ero una ragazza. I miei professori non hanno dato per scontato che sarei stata meno brava perché un giorno avrei potuto avere un figlio. Sono stati loro gli ambasciatori dell'uguaglianza di genere che mi hanno resa quella che sono oggi. Forse non lo sanno, ma anche loro sono accidentalmente dei femministi. E c'è bisogno di più persone come loro. E se odiate la parola - non è la parola ad essere importante, ma l'idea e l'ambizione che le stanno dietro. Perché non tutte le donne hanno potuto godere degli stessi miei diritti. Anzi, statisticamente, molte poche hanno potuto.
Nel 1997, Hilary Clinton ha tenuto un celebre discorso a Beijing sui diritti delle donne. Purtroppo molte delle cose che voleva cambiare allora non sono cambiate affatto. Ma quel che mi ha colpito di più è che solo il 30% del suo pubblico fosse maschile. Come possiamo cambiare il mondo quando solo la metà di noi è invitata o si sente benvenuta a partecipare alla discussione?
Uomini - vorrei cogliere questa opportunità per estendere anche a voi l'invito. L'uguaglianza di genere riguarda anche voi.
Perché ho visto come il ruolo di mio padre come genitore veniva apprezzato meno dalla società, nonostante il mio bisogno di passare del tempo con lui, di quanto fosse valutato quello di mia madre. Ho visto giovani uomini soffrire di una malattia mentale e non riuscire a chiedere aiuto per paura di sembrare meno "macho" - quando di fatto nel Regno Unito il suicidio è la causa principale di morte tra gli uomini tra i 20 e i 49 anni; lasciando da parte gli incidenti d'auto, il cancro e le malattie al cuore. Ho conosciuto uomini resi fragili e insicuri da un senso distorto di quel che costituisce il successo per un uomo. Neppure gli uomini hanno i benefici dell'uguaglianza.
Non parliamo spesso di come gli uomini siano imprigionati negli stereotipi di genere, ma vedo chiaramente che se se ne sapranno liberare le cose cambieranno anche per le donne. Se gli uomini non avessero bisogno di essere aggressivi per farsi accettare, le donne non sarebbero più sottomesse. Se gli uomini non avessero bisogno di mantenere sempre il controllo, le donne non sarebbero più controllate.
Sia gli uomini che le donne dovrebbero sentirsi liberi di essere sensibili. Sia gli uomini che le donne dovrebbero sentirsi liberi di essere forti... È il momento che tutti cominciamo a percepire il genere come uno specchio, non più come due set opposti di ideali.
Se smettessimo di definirci a vicenda in base a quel che non siamo e cominciassimo a definire noi stessi in base a quello che siamo - potremmo essere tutti più liberi, e questo è HeForShe. È per la libertà.
Voglio che gli uomini smettano di nascondersi. Così che le loro figlie, sorelle e madri possano liberarsi dal pregiudizio, ma voglio che anche i loro figli abbiano il permesso di sentirsi umani e vulnerabili - e reclamare quelle parti di loro stessi che hanno abbandonato per raggiungere una visione più vera e completa di loro stessi.
Potreste pensare, ma chi è questa ragazzina da Harry Potter? E cosa ci fa su un palco all'ONU? È una buona domanda e credetemi, me lo sono posta io stessa. Non so se sono abbastanza qualificata per stare qui. So però che questo problema mi interessa. E che voglio veramente che si risolva.
E avendo visto quello che ho visto - e considerata la mia fortuna - sento che è mio dovere dire qualcosa. Edmund Burke disse: "Tutto quello che ci vuole perché le forze del male trionfino è che un numero abbastanza ampio di donne e uomini buoni non facciano nulla".
Quando mi sentivo nervosa in vista di questo discorso, nei miei momenti di dubbio, mi sono detta con forza - se non io, chi, se non ora, quando. Se avrete simili dubbi quando vi si presenteranno le opportunità, spero che queste parole vi saranno d'aiuto.
Perché la verità è che se non facciamo nulla, ci vorranno 75 anni, quando io ne avrò quasi cento, prima che le donne possano pretendere di essere pagate quanto gli uomini per lo stesso lavoro. 15,5 milioni di ragazze bambine si sposeranno nei prossimi 16 anni. E ai ritmi correnti le ragazze di campagna africane non avranno accesso a un'educazione secondaria fino al 2086.
Se credete nell'uguaglianza, potreste essere uno di quei femministi accidentali dei quali ho parlato poco fa. E per questo vi stimo.
Stiamo lottando per una parola di unione, ma la bella notizia è che abbiamo un movimento unito. Si chiama HeForShe. E così invito tutti voi a fare un passo avanti, a farvi vedere e a parlare, ad essere il "lui" per "lei". E a chiedervi se non io, chi, se non ora, quando.
Grazie.

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