mercoledì 17 settembre 2014

Incontro con l'autrice Katia Tenti

Katia Tenti, bolzanina, 45 anni, funzionaria provinciale e scrittrice. Ho avuto l'onore e il piacere di moderare la presentazione del suo thriller d'esordio "Ovunque tu vada", ieri sera (15 settembre 2014 ndr) in Via Montello 8 a Bolzano, nella splendida cornice del "Riceviamo insieme", il locale condotto con eleganza da Donatella e Alessandra.

Katia ci ha raccontato come é nato il progetto, dal tempo impiegato ad inquadrare la struttura del romanzo, ai contatti con l'editore, dal grande lavoro di ricerca sui casi narrati, al rapporto con il "vero" Jakob Dekas, dalla sua passione per la scrittura fin da bambina, fino al contesto socio-culturale di una piccola cittadina di provincia, qual è Bolzano, in cui tutti si conoscono, sanno tutto di tutti, nel bene e nel male. 

Dopo l'introduzione di Katia al progetto, in cui Katia ha definito il minimo comune denominatore delle tre storie, che hanno a che fare con la fiducia tradita, abbiamo ascoltato le note appassionate di Flavio Delladio, che hanno scandito la lettura di alcune parti del romanzo, che a me sono piaciute molto, perchè strettamente legate alla questione "femminile", che da sempre mi interessa.

Pag. 32 Quale reato stava commettendo? Nessuno. Come avrebbe potuto convincere un giudice che Nicotera era colpevole? Non faceva assolutamente nulla di illecito e Dekas era un uomo di legge, e nel suo lavoro i concetti stessi di bene e di male, di giusto o sbagliato erano subordinati alla legge stessa 

In Italia fino al 1981, l'articolo 544 del codice penale ammetteva il "matrimonio riparatore"; secondo questo articolo del codice, l'accusato di delitti di violenza carnale, anche su minorenne, avrebbe avuto estinto il reato nel caso di matrimonio con la persona offesa

Fino al 1996 rimase in vigore la sezione del Codice Rocco per il quale la violenza sessuale ledeva la moralità pubblica: i reati di violenza sessuale e incesto erano rispettivamente parte "Dei delitti contro la moralità pubblica e il buon costume"

Con la legge n. 66 del 15 febbraio 1996, "Norme contro la violenza sessuale", si afferma il principio per cui lo stupro è un crimine contro la persona, che viene coartata nella sua libertà sessuale, e non contro la morale pubblica.

Le condotte tipiche dello stalking configurano il reato di "atti persecutori" (art. 612-bis c.p.), introdotto con il D.L. 23 febbraio 2009, n. 11 (decreto Maroni)[35].
E le nuove norme per il contrasto della violenza di genere che hanno l'obiettivo di prevenire il femminicidio e proteggere le vittime, sono contenute nel Decreto Legge 14 agosto 2013, n. 93 convertito in Legge 15 ottobre 2013, n. 119

Siamo insomma inseriti in una cultura patriarcale, che appena 30 anni fa inizia a vedere la donna violentata come persona. E proprio la legge sullo stalking avrebbe potuto prevenire ciò che è accaduto ad una delle protagoniste del romanzo. 

Pag. 93 Sapeva che Innocenza l'aveva affiancata a Dekas per tre ragioni: perché imparasse da lui, perché lei aveva esperienza nei casi di violenza su minori e soprattutto perché era una donna, cosa che avrebbe aiutato negli interrogatori. Era d'accordo sui primi due punti, ma sulla questione di genere era dubbiosa. Forse Innocenza sottovalutava Dekas, Vittoria era convinta che il vecchio procuratore sbagliasse.

Pag. 110 Era il codice non scritto della più intima sfera femminile, che in quella procura nessuno maneggiava. E probabilmente non solo in quella, e forse non solo nelle procure.

L’ingresso delle donne in magistratura in Italia risale al 1963, quando la legge n. 66 regolamentò “l’ammissione della donna ai pubblici uffici ed alle professioni”2.
Nel 1947 l’Assemblea Costituente si trovò a decidere se riconoscere o meno alle donne il diritto di svolgere l’attività di magistrati. Il dibattito fu, in numerosi interventi, rivelatore di pregiudizi a lungo sedimentati. Interessante l'intervento di Antonio Romano, che bene ci fa comprendere, quanta strada ci sarebbe stata da fare: 
“La donna deve rimanere la regina della casa, più si allontana dalla famiglia più questa si sgretola. Con tutto il rispetto per la capacità intellettiva della donna, ho l’impressione che essa non sia indicata per la difficile arte del giudicare. Questa richiede grande equilibrio e alle volte l’equilibrio difetta per ragioni anche fisiologiche. Questa è la mia opinione, le donne devono stare a casa.” 

Pag. 109 Le vittime di stupro spesso riferiscono di questo dolore come una lama tagliente o un martello che batte nella zona del basso ventre, che è esattamente quello che la Franchi ha raccontato nella sua querela.

Dettagli come quelli di pagina 109, così concreti, descritti in maniera asciutta, senza lasciare spazio alle emozioni, risultano crudi e nello stesso tempo molto veri. Avvicinano chi legge al tema della violenza sulle donne. E’ una scelta consapevole questo tuo stile narrativo, o è uscito inconsciamente? Chiedo a Katia. 
E lei ci risponde, che sì, è il suo stile, lo cerca, ma anche le viene proprio naturale. Non c'è una ricerca spasmodica dell'aggettivo e lascia al lettore la possibilità di "aggiungere", rendendo contemporaneamente la lettura fluida e assolutamente godibile, nonostante gli argomenti delicati, che vengono trattate.

Pag. 111 Non aveva bisogno di denaro e, quando si divertiva a farsi pagare dai professionisti che finivano nel suo letto, era proprio per marcare il confine tra il sesso e i sentimenti 

Ci sono donne che si definiscono sex workers e che ritengono il pagamento della propria prestazione sessuale come la massima forma di autodeterminazione della donna. Scegliere cosa fare del proprio corpo, non permettere all'uomo di averlo, se non dietro compenso, determina una presa di posizione molto forte, una distanza molto grande. Claudia te la sei immaginata un po’ così, quando ne hai costruito il personaggio?

Sì, Katia si è immaginata Claudia come una donna che trasgredisce un po', che non è in realtà una sex worker, lei organizza eventi, cene, raduna intorno a sè relazioni sociali, ma ogni tanto si diverte a farsi pagare. Uno stereotipo che si smonta, una donna che fa sesso fuori dagli schemi consueti.ù

Non è difficile a questo punto introdurre l'altro argomento a me molto caro, che nasce dalla presentazione del libro di Giorgia Serughetti, l'anno scorso; "Uomini che pagano le donne", una ricerca che indaga per la prima volta la maggioranza "per bene", gli uomini paganti, rispetto allo stereotipo classico del focus orientato alla minoranza per male, le donne che si prostituiscono.

Quando sul maggiore quotidiano locale esce l'articolo dal titolo "Bolzano invasa dalle prostitute", qualcuno pensa che è soprattutto invasa dai clienti? 

Pag. 123 Greta Gigliotti Dondi esibiva il vezzo del doppio cognome solo per non far torto a uno dei suoi genitori 
Nel tuo romanzo si parla anche di cognome materno, direi che questo libro, oltre a dipanare una trama coinvolgente è un riassunto delle tematiche di genere più attuali del momento.

Anche qui Katia trova il modo di smontare paradigmi. Non si può mettere per legge il cognome materno, infatti si è  arenata alla Camera lunedì 21 luglio 2014, la norma che mette fine all'obbligo per i neonati di assumere il cognome paterno.
La proposta di legge che introduce la libertà di scelta del cognome era stata votata all'unanimità dalla commissione Giustizia della Camera e prevedeva:
che al figlio nato nel matrimonio, su accordo dei genitori, possa essere attribuito uno dei seguenti cognome:
il cognome del padre; il cognome della madre; il cognome di entrambi, nell'ordine concordato. Ma purtroppo la proposta una volta arrivata al voto in Aula a Montecitorio, si è scontrata contro le resistenze di alcuni gruppi di opposizione e di alcuni deputati di maggioranza e così il voto è stato rinviato.

Pag. 131 Il Tribunale per il Riesame derubricò l’imputazione: Antonio Nicotera non aveva voluto uccidere Milena Roman, la volontà era quella di darle una lezione e nel farlo aveva esagerato 
La formazione degli agenti di polizia, del personale di Giustizia è fondamentale nel trattare i casi di violenza sulle donne, se ne è parlato anche nella commissione che ha elaborato il nuovo testo di legge di contrasto. Quante volte leggiamo sui giornali  “omicidio passionale, l’amava troppo, accecato dalla gelosia….”, quasi a giustificare l'efferato omicidio, anzi femminicidio, collegandolo alla passionalità. Ma amore e morte non sono legati da alcunchè.
Pag. 293 Ribaltò il letto, battendo il materasso per arieggiarlo. Mise lenzuola pulite cantando e piroettando per la stanza. La cupa acredine che lo aveva avvolto fino a poco prima aveva lasciato ilposto a una determinazione altrettanto feroce.

Il tuo libro contribuisce non solo a dare una descrizione puntuale di due casi di violenza sulle donne, ma anche del tipo di cultura in cui siamo immersi, di una sorta di sessismo interiorizzato, per cui leggendo alcune frasi che descrivono il Procuratore Dekas, si comprende quanto conti l’immagine che si dà delle donne, e quanto quella che si dà degli uomini.

Sì Katia, anche in questo caso capovolge i ruoli e questo procuratore Dekas, lo lascia intravedere come un uomo che riesce ad intessere buone relazioni soprattutto sul lavoro, mentre i momenti tesi della sua vita, è costretto a gestirli, in maniera meno pubblica, facendo magari ciò che si è abituati ad attribuire alle donne.

Pag. 305 Dekas era un uomo di legge. Era leale, incorruttibile, anche valoroso. Grande talento per il suo intuito e intelligenza raffinata. Un leader che preferisce trascinare la truppa, che compiacersi e sfruttare a proprio vantaggio la sua posizione di capo

La figura di Dekas è quella di un leader positivo, orientato al risultato ma anche alle persone, capace di fidarsi e di delegare. Sei anche tu un capo, ti identifichi in questa forma di leadership, in quanto donna? Perchè Federmanager in una ricerca dal titolo "Donna & Manager: un binomio per crescere" riconosce alle donne queste qualità:la concretezza, la capacità relazionale, la maggior creatività nell’affrontare i problemi, la capacità di motivare gli altri, la capacità di esprimere leadership. Mentre attribuisce queste aree di miglioramento su cui lavorare quali: la suscettibilità, la competizione tra donne, l’attenzione al particolare sino alla pignoleria.

Katia traccia di sè sul lavoro un quadro simile a quello di Dekas, nel suo ruolo di leadership, cerca di condurla così, ma chiede anche conferma in sala ad alcuni dei suoi più stretti collaboratori, presenti all'evento. E sì, i loro volti, le loro espressioni testimoniano, che ci prova a trascinare il gruppo e a delegare con fiducia.
Verso la fine del libro una frase che mi ha colpito, 

Pag. 356 Lei rideva. Mi piaci perché sei un montanaro. Guarda che mani da boscaiolo. Prendeva le mani di Jakob per mettersele addosso. Libera. Non abbiamo mai parlato la stessa lingua noi due vero Laura?
Ora se lo chiedeva, arrovellandosi come una litania morbosa, che gli mandava in tilt le sinapsi. Lui parlava di valori, lei di passione. 

Di nuovo Katia ci dimostra come i ruoli ribaltati siano un filo rosso nel suo libro. Normalmente sono le donne quelle più orientate all'aspetto valoriali del rapporto e gli uomini quelli visti come passionali. Ma anche qui la la questione uomo/donna si rovescia. In fondo non dobbiamo necessariamente parlare la stessa lingua, ma dobbiamo riconoscere la lingua dell’altro. E detto in Alto Adige Südtirol, oggi il tutto fa persino un po' sorridere…

La serata si conclude con qualche aperitivo, due stuzzichini, la firma autografa sui libri venduti dalla Libreria Cappelli e le note di Flavio Delladio, che accompagnano la chiusura di un bel momento culturale, dalla scrittura alla musica, dalla cucina al vino d'eccellenza.

It was a pleasure for me!

Nadia Mazzardis Lucich




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